Psicoterapia dell'infanzia e adolescenza
Compaiono
per la prima volta durante l’infanzia o l’adolescenza, o comunque entro i 18
anni. Possono esprimersi in varie forme, agendo sul comportamento, sulla
gestione dei rapporti interpersonali o sullo sviluppo cognitivo. Si parla di disturbi
dell'infanzia e dell'adolescenza solo in quei casi che trascendono la
comune irrequietezza giovanile, soprattutto se rapportati ai comportamenti dei
coetanei e al contesto socio-culturale, interferendo in modo significativo sul
normale svolgimento delle attività quotidiane.
Lo
psicoterapeuta sistemico-familiare per prima cosa incontrerà e parlerà con i
genitori del bambino o con chi si occupa di lui, per cercare di ricostruire
la storia familiare. Le terapie possono svolgersi alla presenza di uno dei
genitori o meno, questo ovviamente in base alla tipologia di problema e all’età
del bambino.
Durante le
terapie cercherà per prima cosa di mettere a proprio agio il bambino; verrà
proposto di disegnare, fare giochi di ruolo o modellare oggetti. Ugualmente,
potrebbe richiedere di incontrare i genitori singolarmente o la famiglia per un
confronto e per analizzare i progressi del bambino.
Le 14
categorie di disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza individuate dal DSM
IV*:
Ritardo mentale: condizione di interrotto o incompleto sviluppo delle
facoltà intellettive e adattative. Il quoziente intellettivo (il rapporto tra
età anagrafica ed età mentale) è di molto inferiore alla media, dai 75-70 punti
in giù; per avere un paragone, le persone con un’intelligenza normale
raggiungono un punteggio di 90-109 punti. Chi ne soffre affronta con difficoltà
anche le banali incombenze della vita quotidiana, come lavarsi e vestirsi. Ci
sono diversi gradi di ritardo mentale, da lieve a gravissimo. Le cause possono
essere organiche, genetiche e/o psicologiche.
Disturbi dell’apprendimento: difficoltà ad apprendere i concetti
basilari del calcolo (disturbo del calcolo o discalculia), della lettura (dislessia)
e/o della scrittura (disturbo dell’espressione scritta o disgrafia).
Creano forte disagio nel bambino, che si stanca e perde di motivazione perché
non riesce a stare al passo dei compagni. Per nessuno dei disturbi dell’apprendimento
è stata finora possibile definire le cause.
Disturbi delle capacità motorie: riguardano soprattutto la
coordinazione. Il bambino è goffo, lento e impacciato in qualsiasi attività
motoria, come camminare, allacciarsi le scarpe, scrivere.
Disturbi della comunicazione: ce ne sono di diversi tipi, a seconda che
riguardino la comprensione, la ricezione del linguaggio (disturbo
dell’espressione del linguaggio) e/o l’eloquio (disturbo della fonazione). È un
disturbo della comunicazione anche la balbuzie.
Disturbi
generalizzati dello sviluppo: gravi deficit della capacità di
interazione sociale o della capacità di comunicazione, che si manifestano
attraverso comportamenti, interessi e attività stereotipate.
Disturbo da deficit di attenzione (iperattività): conosciuto anche con il suo acronimo inglese, ADHD (Attention-Deficit Hyperactivity Disorder), è un disturbo neurologico presente fin dai primissimi mesi di vita che si può protrarre fino all’età adulta. Le caratteristiche principali sono una vivacità esasperata e l’incapacità di prestare attenzione. La persona è instabile e iperattiva, non le riesce di restare seduta e mantenere la concentrazione.
Disturbo della condotta: manifestazione di gravi problemi emozionali e comportamentali. Incapaci di mantenere un atteggiamento sociale accettabile, i bambini e gli adolescenti con questo disturbo sono insofferenti alle regole e aggressivi verso persone, animali e cose. Possono rubare, usare violenza (anche di tipo sessuale), scappare di casa.
Disturbo
oppositivo di tipo provocatorio: comportamento ostile e provocatorio
che nasce dalla totale incapacità di adattamento al vivere sociale. Il bambino
non rispetta regole e orari, sfida e provoca gli adulti, cerca sempre di
comandare e di imporre la propria volontà ai grandi e ai propri compagni. È
dispettoso e vendicativo. Questo disturbo è più frequente nei maschi,
soprattutto nelle famiglie che adottano metodi educativi incoerenti o
autoritari. Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione dell’infanzia o della
prima fanciullezza: comprende tre tipi di disturbi, la pica (ingestione di
sostanze non alimentari, come sabbia, ciottoli o capelli); il disturbo di
ruminazione (continuo rigurgito e rimasticamento del cibo) e il disturbo della
nutrizione (incapacità di mangiare normalmente e guadagnare peso).
Disturbi da tic: i tic sono parole o movimenti senza scopo, del
tutto involontari, che tendono a ripetersi con ritmo irregolare. Uno dei più
noti è la sindrome di Tourette, che si manifesta sia con vocalizzazioni che con
tic motori.
Disturbi dell‘evacuazione: sono due, l’encopresi (ripetuta evacuazione
delle feci in luoghi inappropriati, come nei vestiti o sul pavimento, dopo i 4
anni di età) e l’enuresi (emissione di urine nel letto o nei vestiti dopo i 5
anni di età). Le cause sono perlopiù legate a difficoltà di tipo relazionale o
a eventi stressanti.Disturbo d’ansia di separazione: il bambino manifesta un’evidente
e intensa sofferenza al momento di allontanarsi dai genitori (e dalla madre in
particolare) o da altre persone care. Fa fatica ad
andare a scuola, non riesce a dormire da solo ed è ossessionato dall’idea che
possa accadere qualcosa di brutto ai suoi cari. Pensa spesso e con terrore
all’eventualità che un evento imprevisto lo costringa a separarsi da loro.
Mutismo
selettivo: il bambino si rifiuta di parlare in determinate
circostanze o con determinate persone. Spesso è espressione di uno stato
ansioso legato a una situazione nuova come un cambio di scuola o di compagni, e
tende a scomparire con il passare del tempo.Disturbo reattivo dell’attaccamento dell'infanzia e della prima
fanciullezza: estrema fatica nel rapportarsi in modo appropriato
all’ambiente esterno. Si distinguono due tipi principali di disturbo, uno
inibito e l’altro disinibito. Nel primo caso il bambino è freddo, scostante, tende
a isolarsi e a mantenere un atteggiamento vigile. Nel secondo invece manifesta
una socievolezza eccessiva, affidandosi in modo indiscriminato alle cure di
chiunque. Le cause risiedono in genere nel rapporto disfunzionale con i
genitori.