Psicoterapia individuale
La psicoterapia individuale è una attività di cura della sofferenza umana realizzata da un professionista appositamente formato. La psicoterapia è una modalità di trattamento in cui lo psicoterapeuta e il/i paziente/i lavorano insieme per cambiare una situazione di sofferenza psicologica. La decisione di intraprendere una psicoterapia è sempre presa in stretta collaborazione tra lo psicoterapeuta e la persona interessata che insieme definiscono tempi, metodo e percorso.
Gli obiettivi della psicoterapia sono, essenzialmente, di aiutare il paziente a
cambiare la percezione della propria storia, del suo mondo interno e, di
conseguenza, anche la percezione del mondo esterno. All’interno di questa
definizione generale di psicoterapia è possibile trovare diversi tipi di
intervento psicoterapeutico. Essi si distinguono per il setting terapeutico
utilizzato e per l’orientamento teorico che ne è alla base.
Per quanto riguarda il setting terapeutico possiamo distinguere la
psicoterapia individuale, di gruppo, di coppia, familiare, ed i disturbi
dell’infanzia ed adolescenza. E’ una attività scientifica, importante e
delicata, che ha in sé grandi potenzialità di migliorare la qualità della vita
della persona coinvolta, ma che contiene anche alcuni non trascurabili elementi
di complessità e di impegno legati al tema della cura e alle difficoltà del
cambiamento. Ogni cura, intesa nel senso più ampio del termine, costituisce uno
strumento di risoluzione di situazioni di sofferenza, malattia, disagio, ecc. e
necessità di propri tempi, metodi, percorsi, impegni, per poter espletare la
sua intrinseca efficacia.
Il lavoro psicoterapico è invece rivolto al singolo, pur in relazione col
mondo, con la famiglia, prima di tutto, perché nessuno esiste al di fuori della
relazione con gli altri, ed è quindi un lavoro di ristrutturazione emotiva e
cognitiva della propria idea di sé. Se ognuno cambia sè stesso, inevitabilmente
cambieranno anche gli altri, nella relazione con noi. Spesso insistiamo per cambiare
gli altri, cosa per la quale non abbiamo nessun potere, mentre tralasciamo di
cambiare noi stessi, cosa che è invece nelle nostre possibilità. Se cambiamo noi stessi gli altri troveranno un altro interlocutore e
saranno “costretti” a prendere nuove iniziative, nuovi approcci, nuove modalità
di relazione. Esistono momenti della vita in cui perdiamo il senso delle nostre
scelte, affettive o professionali, dove l’istinto e l’energia che ci guidava,
sembra aver perso la sua forza, dove domina un senso di confusione e
disorientamento. A volte può succedere di riuscire a identificare la causa di
tanto malessere e di attivarci in cerca di una sua risoluzione autonomamente.
Altre volte nulla di apparentemente grave sembra essere successo, eppure
si sta male. Il fallimento di un progetto affettivo, di un’identità lavorativa,
di un orientamento affettivo-sessuale, di una gravidanza, la perdita di una
persona significativa, oppure il niente… semplicemente non ci riconosciamo più,
come un interruttore qualcosa si è spento dentro di noi, ed anche le persone a
noi vicine non sanno più come aiutarci.
E’ qui probabilmente, che nasce quel senso di solitudine e di incomprensione
che accompagna ogni esperienza di sofferenza personale: ciascuno di noi sente
che la sua sofferenza non è come quella di un altro.
È un dolore dell’anima che, sfuggendo alla misurazione, non consente il
confronto. Nella nostra mente si formano allora pensieri nuovi, mai avuti, che
ci allontanano dagli altri e condizionano le nostre scelte, fino a ingabbiarci
in un vicolo cieco da cui non vediamo vie d’uscita.
Altre volte è il dolore di una parte del corpo a parlare al posto nostro.
E tutto sembra
assumere la dimensione di un problema esclusivamente organico, che ci consola,
o ci condanna, a cercare il miglior medico e la migliore terapia farmacologica
capace di curare magicamente la nostra sofferenza. L’esperienza del dolore
invade spesso a priori il corpo per poi giungere nell’animo con un carico
d’ansia e d’angoscia.
Prima di cercare la soluzione ad una situazione che procura confusione e
sofferenza, va cercato il suo significato. Ciò che cura veramente è la
consapevolezza di ciò che ci sta accadendo: la consapevolezza restituisce la
libertà e la responsabilità di poter scegliere, di vedere e costruire le
alternative, possibilità, di rientrare in contatto con se stessi e con gli
altri. E’ imparare a farsi delle domande senza spaventarsi nella ricerca di
possibili risposte, ascoltarsi e cambiare in alcuni modi di intendere noi
stessi e la vita che ci circonda. Nel momento in cui possiamo restituire la
parola alla sofferenza, lentamente il sintomo perde la sua funzione per
esprimere il dolore. La terapia individuale si propone essere un viaggio alla
scoperta di se stessi, volto ad attivare un atteggiamento di ascolto del
proprio mondo interiore e del desiderio che lo anima.